Questo è
che gioca su un Game Boy dal mio iPhone. Lo abbiamo fatto grazie a Delta, app per emulare console disponibile su AltStore, uno dei primi app store (con la minuscola) alternativi per iOS.È una novità recentissima, resa possibile dal Digital Markets Act e, in particolare, dall’obbligo di permettere il download di app da store diversi dall’App Store (con la maiuscola, stavolta) in UE. A Bruxelles si chiama “sideloading”, ha creato non poche antipatie ad Apple, e Artifacts ne aveva parlato diffusamente qualche settimana fa.
Con Delta, o altri emulatori, possiamo rivivere cosa significhi giocare con un Game Boy o un Nintendo DS ai vari Super Mario o Pokemon, semplicemente dal nostro iPhone. Bello, indubbiamente.
Ma oggi in Artifacts non parliamo di questo. O meglio, partendo dall’emulatore, parliamo di una delle console che può essere emulata: il Game Boy. Ne raccontiamo un po’ di storia, come e perché ha cambiato il mondo dei videogiochi, e, tra le righe, forse anche perché nel 2024 è così affascinante riprendere in mano un artefatto di 35 anni fa.
Come succede con tante delle “invenzioni” più di successo, la tecnologia del Game Boy era ben lontana dall’essere rivoluzionaria. Dove il Game Boy si è dimostrato davvero rivoluzionario, invece, è il piano culturale, come racconta questa Artifacts.
I principali competitor dell’epoca (i cui nomi sono ormai sconosciuti ai più), come il Sega Game Gear o l’Atari Lynx, avevano schermi a colori retroilluminati e potevano far girare giochi complessi. Volutamente, invece, il Game Boy usciva nel 1989 con uno schermo in bianco e nero, non retroilluminato, ed era molto limitato dal punto di vista hardware.
L’obiettivo degli ingegneri Nintendo non era fare il prodotto più avanzato, ma quello più utilizzabile. Puntavano ad ottimizzare due elementi: la durata delle costose batterie AA necessarie per farlo funzionare e il prezzo di vendita della console stessa.
Infatti, le 6 batterie del Game Gear e del Lynx duravano un massimo di 5 ore mentre il Game Boy, con 4, ne durava fino a 30. Secondo Real Engineering, che ha fatto un ottimo video sulla tecnologia del Game Boy, al prezzo delle batterie degli anni 90 un’ora di gioco sul Game Gear costava 2,30 $ - sul Game Boy, soltanto 0,16 $. Non una differenza minima, soprattutto per un bambino. A questo si aggiunge il fatto che il Game Boy debuttava ad un prezzo di circa 200 € di oggi, più o meno la metà della concorrenza.
La scelta di preferire tecnologie già rodate e, per questo, dai costi contenuti, e poi di usarle in maniera creativa è rimasta nell’ethos di Nintendo fino ad oggi. È il principio del lateral thinking with weathered technologies - una non immediata traduzione dal giapponese: invece di rincorrere le tecnologie più avanzate, con i loro problemi di gioventù e alti costi, si trovano nuovi usi a strumenti già ben compresi.
Abbiamo visto questo principio per esempio, anche con Wii: nel 2006, i sensori di movimento non erano niente di nuovo, ma usarli per Wii Sports lo era. E, nonostante performance grafiche ben al di sotto della concorrenza delle contemporanee PlayStation 3 e XBox 360, Wii è stata la più venduta della sua generazione.
Prima di ragionare oltre, però, momento libro di storia. Meno noioso, promettiamo.
Il Game Boy viene sviluppato dal team Research and Development 1 di Nintendo, guidato da Gunpei Yokoi. Lo stesso team che negli anni precedenti aveva già concepito il Nintendo Entertainment System (NES) e il Game & Watch, rispettivamente una delle prime console fisse e portatili di sempre. E, in effetti, il Game Boy è un ibrido di questi suoi due predecessori, prendendo dal primo le cartucce intercambiabili e dal secondo la portabilità e il display LCD.
Ne risulta il design essenziale. Sotto allo schermo, il Game Boy ha pochi, semplici comandi: quattro pulsanti, A, B, START, e SELECT, e un d-pad (le frecce). Lo completano rotelle per volume e contrasto, lo switch on-off, e la presa per il cavo Game Link, che è una delle idee più geniali, e sulla quale ci focalizziamo a breve.
La Storia
Nonostante ora sia facile tesserne le lodi, nel 1989 non c’erano grandi aspettative sul Game Boy, anzi. In primis dentro Nintendo stessa, dove l’allora presidente Hiroshi Yamauchi aveva inizialmente bloccato il team di Gunpei Yokoi. Ma anche i competitor non sembravano spaventati: Steven Kent racconta che gli ingegneri di Atari scoppiarono a ridere quando videro l’anacronistico schermo LCD monocolore.
Avranno cambiato idea nel giro di poco, se consideriamo che sono stati acquistati 300 mila Game Boy in Giappone solo il 21 aprile 1989, giorno di lancio, e un milione solo negli Stati Uniti nel primo anno. Ad oggi, Game Boy e Game Boy Color registrano 118.69 milioni di pezzi venduti.
Non a caso, Don Thomas, direttore Marketing proprio di Atari, ha raccontato che nessuno - lui incluso - si aspettava il successo di Game Boy e che quello che è successo è un esempio perfetto di come in queste industrie sia difficile avere certezze consolidate.
Per comprendere ulteriormente la singolarità di Game Boy, poi, basta pensare al gioco che più di tutti lo ha fatto davvero esplodere E no, non è nè Pokemon o Super Mario, ma uno molto più essenziale: Tetris. La cui cartuccia era venduta in bundle col Game Boy, ed è, infatti, è la più acquistata.
Tra l’altro, Tetris non è nè un gioco proprietario di Nintendo, quindi giapponese, nè americano, ma un'idea di Alexey Pajitnovm, un programmatore dell’Unione Sovietica, che lo aveva inizialmente concepito per computer. Ma era il perfect match per il Game Boy: la grafica essenziale, la complessità minima e la giocabilità di Tetris erano l’ideale per il piccolo schermo in bianco e nero e i comandi di Game Boy.
Tutto questo lo aveva capito bene Minoru Arakawa, CEO di Nintendo America, che ingaggiò una vera e propria lotta con Atari per ottenere i diritti su Tetris. Ed ebbe ragione: Tetris diventò una ossessione per gli utenti, che potevano anche giocare uno contro l’altro grazie al cavo Game Link che connetteva due Game Boy.
Però, se Tetris è la killer app originale, forse il massimo potenziale del Game Boy si esprime qualche anno dopo, con l’uscita di Pokémon Rosso e Verde nel 1996. La loro è una storia strettamente legata al cavo Game Link, quello di Tetris.
Infatti, quando Satoshi Tajiri, l’inventore di Pokemon, lo vide per la prima volta immaginò una versione digitale del suo passatempo preferito da bambino: collezionare insetti.
E proprio per questo una delle principali feature introdotte dai primi giochi Pokémon fu la possibilità di scambiare i Pokémon stessi attraverso il cavo Game Link. Un multiplayer cooperativo, quindi, e non competitivo, soprattutto considerato che alcuni Pokémon erano esclusivi a una delle due versioni e che, quindi, scambiarli era una necessità per realizzare l’obiettivo di “Gotta catch ‘em all”.
Il debutto di Pokémon segnerà il momento più alto della vera e propria mania per il Game Boy. Un’operazione commerciale e di comunicazione eccezionale gli accompagnerà il cartone animato, i gadget, e soprattutto le carte. Tra la fine degli anni 90 e l’inizio del 2000 si parla proprio di Pokémania.
Ma il successo del Game Boy non era soltanto limitato al pubblico che vediamo nell’immagine qui sopra e quello che, intuitivamente, associamo ai videogiochi - ossia, bambini perlopiù maschi.
Infatti, il Game Boy riesce a fare presa anche sugli adolescenti, che ne apprezzano il lato cool, e sugli adulti, come distrazione dalla vita quotidiana. La leggenda vuole che proprio quest’ultimo use case aveva ispirato Gunpei Yokoi a creare il Game&Watch, l’antenato di cui prima, avendo osservato un uomo d’affari giapponese che, annoiato sul treno, si distraeva con la sua calcolatrice.
Non da ultimo, il Game Boy riuscì ad avvicinare ai videogiochi il pubblico femminile, fino ad allora minoritario: nel 1995, Nintendo annunciava che il 46% degli utenti del Game Boy erano donne, rispetto al 29% del NES.
Insomma, tanti erano ossessionati dal Game Boy, dalla possibilità di poter giocare ovunque nei ritagli di tempo, di competere con gli amici. Una mania, appunto, che il video qui sotto forse è il modo più immediato per comprendere.
Ah, chiudiamo in bellezza: ci giocava anche Hillary Clinton.
Rassegna (Stampa)
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Lo Scaffale
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📚 Tutti, ma proprio tutti, i libri consigliati in Artifacts sono raccolti qui
Nerding
La abbiamo introdotta all’inizio, e la riproponiamo qui. Delta è l’emulatore di Game Boy attualmente disponibile su Alt Store per iPhone, e potete giocarci a tantissimi giochi. Disclaimer: l’emulatore è legale, scaricare giochi non è chiaro se lo sia.
Pausa Caffè? ☕
Questa settimana ho preso un caffè con una lettrice che presto diventerà la prima lettrice di Artifacts dall’Africa. Stra bello e interessante conoscerla.
Se anche a te ti interessa Artifacts, i temi che affronta o sei solo curiosa/o…